domenica 22 luglio 2012

vita monastica ed eremitica - 2


LETTERE  ED  ESORTAZIONI  DEI  PONTEFICI

Esortazione del papa Giovanni XXIII agli Abbati e al Capitolo Generale dei Cistercensi Riformati, un mese prima dell’inizio del Concilio Vaticano II.
( 1 settembre 1962 )

«Cari figli.., il Concilio fa assegnamento sul prezioso contributo delle anime contemplative,., che rappresentano nella Chiesa la realizzazione vivente di un ideale altissimo e veramente degno di stima da parte di tutti per il posto che esso occupa nell’armoniosa diversità dei servizi.
Questo ideale si esprime in due parole: preghiera e penitenza. 
L’una e l’altra, l’una che sostiene l’altra: i due fondamenti di una vita spirituale seria e feconda, le due ali che sollevano l’anima e la/anno salire verso Dio. 
Il non separarle è stata la costante preoccupazione dei fondatori e dei riformatori.
E questa consegna è tuttora valida: conservate ad ogni costo questa duplice fedeltà. Fedeltà alla preghiera: essa deve avere sempre il primo posto. Ma fedeltà, anche, alla vostra tradizionale austerità, che nessuna interpretazione estranea allo spirito del vostro Ordine, nessun accomodamento che tragga pretesto da una mal intesa modernità debbono indurvi a minimizzare.
Ciò non potrebbe farsi, in realtà, che con gravissimo detrimento della missione che è tipicamente vostra e per la quale la Chiesa fa assegnamento su di voi.
Noi abbiamo creduto fosse nostro dovere, all’approssimarsi del Concilio Vaticano Il, esortare sacerdoti e fedeli, mediante l’enciclica “Poenitentiam agere” ad uno sforzo supplementare nella pratica di una virtù cristiana che troppi hanno dimenticato.
Il sapere che essa è, almeno, sempre in onore presso i contemplativi ci è motivo di conforto e di sereno ottimismo, quando pensiamo al cammino della Chiesa attraverso la storia, al suo presente, al suo avvenire...
Lasciatecelo dire, con schietta fiducia, alla vigilia delle solenni assise che dovranno tenersi ... grande è la nostra gioia al pensiero che le preghiere e i sacrifici delle anime contemplative sosterranno, in qualche modo, le deliberazioni di quella imponente assemblea e ne assicureranno il successo soprannaturale.
“Vi esorto pertanto, o fratelli, per la misericordia di Dio, a offrire il vostro corpo come ostia vivente, santa, gradevole a Dio”.
Poiché “la Chiesa, sebbene sia preoccupata in modo così urgente per l’apostolato esterno, tanto necessario ai giorni nostri, attribuisce tuttavia la più grande importanza alla contemplazione, e ciò in maniera particolarissima nell’epoca nostra, nella quale si insiste troppo sull’azione esteriore.
Difatti, l’autentico apostolato consiste precisamene nella partecipazione all’opera di salvezza del Cristo.
Ora, questa partecipazione è impossibile senza un intenso spirito di preghiera e di sacrificio.
Il Cristo redense il mondo, schiavo del peccato, principalmente con la preghiera e il sacrificio di Sé stesso: allo stesso modo, le anime che si sforzano di rivivere questo intimo aspetto della missione del Cristo, anche se non si dedicano ad alcuna attività esterna, praticano l’apostolato in maniera eminente».





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