giovedì 11 dicembre 2014



IMPORTANTE!!!
 

Domenica 14 dicembre, 
alle ore 9.00

ci troveremo tutti 
a S. Donato di Lamon
per assistere alla S. Messa 
celebrata dal certosino 
padre Girolamo.

Seguirà un breve incontro
sempre con padre Girolamo, 
che ci parlerà 
della vita monastica 
e della sua esperienza.

Alle ore 12.00, nella canonica,  
ci sarà pranzo comunitario 
aperto a tutti .




sabato 6 dicembre 2014

Indirizzo e-mail




amicidipadreromano@gmail.com

A questo indirizzo è possibile lasciare impressioni,
note, osservazioni.


 

hanno scritto su padre Romano






Il libro: Uscita la raccolta degli appunti di padre Boldini,

che fu novizio dell’eremita di S. Donato.


Pagine simpatiche su padre Romano educatore

Suor Cecilia Zaffi, nell’introduzione: padre Romano

ha insegnato i novizi trappisti a pensare.

Il vice postulatore della Causa di beatificazione del Venerabile padre Romano Bottegal, monaco cistercense ed eremita in Libano,dove morì il 19 febbraio 1978, ha pubblicato lo scorso settembre un volume che viene ad aggiungere un altro tassello alla ricostruzione dell’opera del monaco nato a S. Donato di Lamon il 28 dicembre 1921.
Prima di essere eremita in Terrasanta e in Libano, dove morì, a Jabbouleh, nel 1978, padre Romano Bottegal ebbe nel suo ordine una lunga attività come formatore: nel monastero delle Tre  Fontane, alle porte di  Roma, fu nominato maestro dei fratelli conversi l’8 settembre 1948 ( aveva varcato la soglia del monastero il 5 agosto 1946, subito dopo l’ordinazione sacerdotale ), maestro dei novizi conversi nel settembre 1949.
Fu nominato una prima volta maestro dei novizi ( dal 9 luglio al 4 ottobre 1950, ma venne sostituito perché troppo giovane, privo dell’età stabilita dalle Costituzioni ) e quindi restò maestro dei novizi dall’ 11 ottobre 1954 fino all’inizio di luglio 1961, quando partì per la fondazione del monastero maronita di Latroun.
A ricostruire la figura di padre Romano Bottegal, sotto il profilo non dell’asceta o del mistico che pure egli era, ma dell’educatore e del formatore alla scelta di vita monastica arriva ora, appunto, il volume del vice postulatore Dom Lino Colosio, monaco nel monastero “ Madonna dell’unione di Boschi “ a Vicoforte ( CN ) il quale si avvale soprattutto degli appunti di padre Bernardo Boldini, novizio di padre Romano, e dell’opera di suor Maria Cecilia Zaffi, che ha già pubblicato su padre Romano il libro “ l’Eremita missionario “, assieme a molti articoli, e ha dato un giudizio sugli scritti di padre Romano in qualità di secondo teologo censore.
Il volume conta ben 345 pagine; consta di una prima parte intitolata “ storia e spiritualità monastica “, dove sono raccolte alcune conferenze raccolte da padre Bernardo Boldini ai tempi della formazione con padre Romano.
Non tutte le conferenze sono di padre Romano: alcune, in verità, sono state tenute da Dom Vincent Hermans su richiesta del maestro dei novizi.
Nella seconda parte, intitolata “ Vota spirituale e monastica “, ci sono 40 appunti numerati e corrispondenti a insegnamenti impartiti dal Maestro, talora a se stanti e talora accanto alle conferenze.
Conscio che non si può disgiungere la crescita umana dalla crescita spirituale, e che nella formazione non ci si possono permettere errori di spiritualità, padre Romano lascia al novizio Bernardo Boldini appunti di soda sapienza monastica attenta alla formazione dell’uomo ( qual è l’appunto n. 19 della seconda parte, dedicato alla ricettività ), quando scrive che si sono quattro doveri d’ogni giorno: “ fortificare e governare il corpo, con l’alimento, l’esercizio e la disciplina; alimentare e rischiarare l’intelligenza, con il lavoro serio e concentrato; elevare e controllare il cuore ( con l’amore alle cose grandi e nobili e l’amore al prossimo ), irrobustire ed esercitare la volontà ( con decisione e costanza )”.
Padre Romano riflette poi sull’emissività, cioè sulle idee, le immagini e i ragionamenti che si emettono senza determinazione di volontà o che sono imposti dall’incoscienza, e sulle cause della cattiva concentrazione, tra cui la più frequente è la “ perturbazione affettiva, un timore o desiderio che trascina il pensiero nella propria sfera; è necessario realizzare per quanto possibile l’age quod agis ( fa’ ciò che stai facendo )”.
Il padre Bottegal monaco che raggiunse le vette della mistica traluce in questi appunti; ma di lui si rivelano aspetti inediti, come l’uomo in dialogo con il signor Benpensanti, simbolo dello scetticismo contemporaneo, e perfino il tecnico: nell’appunto 14 della seconda parte, dove si legge come “ tutto il nostro essere è la pellicola in cui Dio viene fotografato. Noi diventiamo così la fotografia di Dio. Tutti gli aspetti rivelativi Dio, attraverso la preghiera e la contemplazione, e che la grazia vi ha impresso, e che con la morte verranno sviluppati sono stati concentrati nel nostro spirito. Apparirà allora [dopo la morte ] la vera fotografia, come l’abbiamo realizzata noi con la nostra tecnica, nel mettere a fuoco l’oggetto della nostra ripresa “
Padre Romano Bottegal appare poi come scienziato; per spiegare la presenza di Dio nell’anima, ecco che scrive ( appunto n. 20 della seconda parte ): “ l’argento, quando è purificato e allo stato liquido, aumenta il suo volume per la reazione che fa di una grande quantità di ossigeno e trabocca fuori dal crogiuolo. Così l’anima: man mano che si purifica, si riempie di Dio e, quando è giunta alla sua completa purificazione, riversa al di fuori, cioè sul prossimo, la sovrabbondanza che possiede.
Nella concezione degli antichi, la presenza del fuoco indicava la presenza della divinità, e in genere ogni castigo che Dio inviava, era segno della sua presenza.
Si può dire che Iddio è presente nell’anima, quando essa è oggetto di purificazioni.
Infatti, solo Iddio può purificare e liberare l’anima da certe sue scorie; e il fatto che ciò avvenga è indice della Sua presenza “.
Sono solo alcuni degli aspetti di vero interesse, non solo biografico, del volume.
Ecco, come presenta, in poche battute, la figura di padre Romano suor Zaffi ( le parole tra virgolette sono tratte dall’introduzione ): “ non si può che ribadire la sua straordinaria capacità di coinvolgere i formandi, di suscitarne l’attiva partecipazione. Queste sono pagine simpatiche “.
Padre Romano “ vuole educare i novizi alla libertà, non solo alla libertà dall’ignoranza del non sapere, ma, soprattutto, a quella dal non saper pensare.
Educare a pensare è il vero risultato…indubbiamente egli desidera da loro una fede ragionevole.
Una virtù con la quale si abbraccia tutta la luce che la Chiesa possiede “.
In termini contemporanei, si direbbe che il formatore Romano Bottegal si preoccupava soprattutto di formare la competenza, cioè un’attitudine provata in cui entrano la responsabilità e l’autonomia, del saper pensare.                                          

                                                                                                                                                   G.B.

“ Padre Romano Bottegal, formatore. 
Storia spirituale e monastica e vita spirituale e monastica.
A cura del vice postulatore della Causa di beatificazione del Servo di Dio padre Romano Bottegal “.
Edizioni Stilgraf, Vicoforte ( CN ), pp,345, s.i.p.


( Dall’Amico del Popolo del 6 novembre 2014. )