sabato 21 luglio 2012

pensieri - 6 parte


Pensiero e spiritualità - 6 parte

            Siamo sempre pellegrini, finché non entreremo nella terra promessa, e pellegrini il Signore ci desidera: Egli che ci da quello che è necessario. Egli che ci toglie quello che è di più; mostrandoci il suo amore, sia dandoci, sia togliendoci.

Qui ho trovato il mio eremo in ottime condizioni, e sempre circondato e favorito da quell’atmosfera di pace che è estranea ai problemi politici e anche religiosi.
L’aria poi pura, l’acqua limpida di sorgente viva, la lontananza dai conforti micidiali della città si sono già presentati con il loro benefico influsso.

Ricordi che porta nello sguardo, nella voce, nel sangue e nello spirito, la bellezza, la grandezza, la poesia, la gioia, la spiritualità delle ascensioni alpine; ergo delle ascensioni spirituali, dove si trova l’eremo dell’Amore, dal quale scaturiscono acque vive che scendono (nascono in montagna, ma scendono a valle) a portare l’amore.

Quindi desidero invitarla a trovare nei Misteri del Rosario, sempre più il senso della sua vita, desidero che la Vergine sempre più la introduca nei  misteri di X.to.
Così sarà sempre più un profeta, un profeta vero, buono, autentico…

Veda lei quanto ci ripeteva di frequente un nostro professore di teologia in Seminario: anche lui amante del basso, fatto per questo ad essere elevato, semplice e più che intelligente, ossequiante alla dottrina tradizionale, aperto ai problemi nuovi:…”che bisogna rinnovarsi, rinnovare il mondo con la semplicità, la povertà, l’amore, la fede. (il professore era “don Albino” Luciani).

Eremita non è colui che si ritira a vita privata, ma colui che liberato da tante preoccupazioni può darsi tutto a Dio.

Qui dovrei svolgere un’opera di missione tra i mussulmani: vivere non lontano da loro, più povero di loro, aiutandoli, amandoli, dimostrando che l’amore, la gioia non sta uno nell’avere tanto denaro, nell’essere nella comodità, ecc.
Voglia il Signore che questa missione la svolga meglio.

Veda, veda, veda soprattutto di conservare pace, pace, pace. Bontà, bontà, bontà per tutti e questo in modo particolare perché sui suoi passi brilla un sole che…., passi sicuri, fermi, resistenti, fiduciosi, gioiosi.
La vetta davanti all’alpinista che sale, si sente gioiosa; il sole, davanti all’alpinista che lo vuole toccare, si sente trasalire di gioia. Sempre”altius tendo”. Però sempre prudenza…Conservi il fervore dei primi anni, per cui era…, però l’impegno per la l’osservazione esterna e anche concentrazione interna sia di “giusta misura”.

La vita eremitica da me concepita non era tanto il vivere solo, ma vivere meglio la regola professata (nello spirito di Amore, di regalità, di umiltà, di obbedienza, di silenzio, di povertà, di lavoro, di astinenza e digiuno, di preghiera), si da realizzare più che possibile la vita fervorosa della chiesa, la vita fervorosa della vita monastica che si ha in una vita quaresimale e pasquale.

La sofferenza batte alle porte di ogni casa in un modo o in un altro. E’ la vita di Gesù, la vita dei santi, la vita di tutti gli uomini. E’ la nostra vita.
L’importante è sapere prendere e portare la sofferenza con coraggio, con la certezza che la Provvidenza divina dispone tutto per il nostro meglio.

Vi invio il presente biglietto per assicurarVi che, nonostante varie difficoltà (tutto è provvidenza), tutto va bene nella gioia delle feste pasquali. A voi tutti auguro la pienezza di questa gioia.

…facendo compagnia al mio piccolo altare spoglio: altare di parasceve, di Sabato Santo, perché la Provvidenza non ha risparmiato la piccola cappella e giustamente…affinché la Pasqua di domani sia più bella.




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