LETTERE ED
ESORTAZIONI DEI PONTEFICI
Esortazione del papa
Giovanni XXIII agli Abbati e al Capitolo Generale dei Cistercensi Riformati, un mese
prima dell’inizio del Concilio Vaticano II.
( 1 settembre 1962 )
«Cari figli.., il Concilio
fa assegnamento sul prezioso contributo delle anime contemplative,., che
rappresentano nella Chiesa la realizzazione vivente di un ideale altissimo e
veramente degno di stima da parte di tutti per il posto che esso occupa
nell’armoniosa diversità dei servizi.
Questo ideale si esprime in
due parole: preghiera e penitenza.
L’una e l’altra, l’una che sostiene l’altra: i due fondamenti di una vita spirituale seria e feconda, le due ali che sollevano l’anima e la/anno salire verso Dio.
Il non separarle è stata la costante preoccupazione dei fondatori e dei riformatori.
L’una e l’altra, l’una che sostiene l’altra: i due fondamenti di una vita spirituale seria e feconda, le due ali che sollevano l’anima e la/anno salire verso Dio.
Il non separarle è stata la costante preoccupazione dei fondatori e dei riformatori.
E questa consegna è tuttora
valida: conservate ad ogni costo questa duplice fedeltà. Fedeltà alla
preghiera: essa deve avere sempre il primo posto. Ma fedeltà, anche, alla
vostra tradizionale austerità, che nessuna interpretazione estranea allo
spirito del vostro Ordine, nessun accomodamento che tragga pretesto da una mal
intesa modernità debbono indurvi a minimizzare.
Ciò non potrebbe farsi, in
realtà, che con gravissimo detrimento della missione che è tipicamente vostra e
per la quale la Chiesa
fa assegnamento su di voi.
Noi abbiamo creduto fosse
nostro dovere, all’approssimarsi del Concilio Vaticano Il, esortare sacerdoti e
fedeli, mediante l’enciclica “Poenitentiam agere” ad uno sforzo supplementare
nella pratica di una virtù cristiana che troppi hanno dimenticato.
Il sapere che essa è,
almeno, sempre in onore presso i contemplativi ci è motivo di conforto e di
sereno ottimismo, quando pensiamo al cammino della Chiesa attraverso la storia,
al suo presente, al suo avvenire...
Lasciatecelo dire, con
schietta fiducia, alla vigilia delle solenni assise che dovranno tenersi ...
grande è la nostra gioia al pensiero che le preghiere e i sacrifici delle anime
contemplative sosterranno, in qualche modo, le deliberazioni di quella
imponente assemblea e ne assicureranno il successo soprannaturale.
“Vi esorto pertanto, o fratelli,
per la misericordia di Dio, a offrire il vostro corpo come ostia vivente,
santa, gradevole a Dio”.
Poiché “la Chiesa, sebbene sia
preoccupata in modo così urgente per l’apostolato esterno, tanto necessario ai
giorni nostri, attribuisce tuttavia la più grande importanza alla
contemplazione, e ciò in maniera particolarissima nell’epoca nostra, nella
quale si insiste troppo sull’azione esteriore.
Difatti, l’autentico
apostolato consiste precisamene nella partecipazione all’opera di salvezza del
Cristo.
Ora, questa partecipazione è
impossibile senza un intenso spirito di preghiera e di sacrificio.
Il Cristo redense il mondo,
schiavo del peccato, principalmente con la preghiera e il sacrificio di Sé
stesso: allo stesso modo, le anime che si sforzano di rivivere questo intimo
aspetto della missione del Cristo, anche se non si dedicano ad alcuna attività
esterna, praticano l’apostolato in maniera eminente».
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