Pensiero
e spiritualità - 6 parte
Siamo sempre pellegrini, finché non entreremo nella terra
promessa, e pellegrini il Signore ci desidera: Egli che ci da quello che è
necessario. Egli che ci toglie quello che è di più; mostrandoci il suo amore,
sia dandoci, sia togliendoci.
Qui ho trovato il mio eremo
in ottime condizioni, e sempre circondato e favorito da quell’atmosfera di pace
che è estranea ai problemi politici e anche religiosi.
L’aria poi pura, l’acqua
limpida di sorgente viva, la lontananza dai conforti micidiali della città si
sono già presentati con il loro benefico influsso.
Ricordi che porta nello
sguardo, nella voce, nel sangue e nello spirito, la bellezza, la grandezza, la
poesia, la gioia, la spiritualità delle ascensioni alpine; ergo delle
ascensioni spirituali, dove si trova l’eremo dell’Amore, dal quale scaturiscono
acque vive che scendono (nascono in montagna, ma scendono a valle) a portare
l’amore.
Quindi desidero invitarla a
trovare nei Misteri del Rosario, sempre più il senso della sua vita, desidero
che la Vergine
sempre più la introduca nei misteri di
X.to.
Così sarà sempre più un
profeta, un profeta vero, buono, autentico…
Veda lei quanto ci ripeteva
di frequente un nostro professore di teologia in Seminario: anche lui amante
del basso, fatto per questo ad essere elevato, semplice e più che intelligente,
ossequiante alla dottrina tradizionale, aperto ai problemi nuovi:…”che bisogna
rinnovarsi, rinnovare il mondo con la semplicità, la povertà, l’amore, la fede.
(il professore era “don Albino” Luciani).
Eremita non è colui che si
ritira a vita privata, ma colui che liberato da tante preoccupazioni può darsi
tutto a Dio.
Qui dovrei svolgere un’opera
di missione tra i mussulmani: vivere non lontano da loro, più povero di loro,
aiutandoli, amandoli, dimostrando che l’amore, la gioia non sta uno nell’avere
tanto denaro, nell’essere nella comodità, ecc.
Voglia il Signore che questa
missione la svolga meglio.
Veda, veda, veda soprattutto
di conservare pace, pace, pace. Bontà, bontà, bontà per tutti e questo in modo
particolare perché sui suoi passi brilla un sole che…., passi sicuri, fermi,
resistenti, fiduciosi, gioiosi.
La vetta davanti
all’alpinista che sale, si sente gioiosa; il sole, davanti all’alpinista che lo
vuole toccare, si sente trasalire di gioia. Sempre”altius tendo”. Però sempre
prudenza…Conservi il fervore dei primi anni, per cui era…, però l’impegno per
la l’osservazione esterna e anche concentrazione interna sia di “giusta
misura”.
La vita eremitica da me
concepita non era tanto il vivere solo, ma vivere meglio la regola professata
(nello spirito di Amore, di regalità, di umiltà, di obbedienza, di silenzio, di
povertà, di lavoro, di astinenza e digiuno, di preghiera), si da realizzare più
che possibile la vita fervorosa della chiesa, la vita fervorosa della vita
monastica che si ha in una vita quaresimale e pasquale.
La sofferenza batte alle porte
di ogni casa in un modo o in un altro. E’ la vita di Gesù, la vita dei santi,
la vita di tutti gli uomini. E’ la nostra vita.
L’importante è sapere
prendere e portare la sofferenza con coraggio, con la certezza che la Provvidenza divina
dispone tutto per il nostro meglio.
Vi invio il presente
biglietto per assicurarVi che, nonostante varie difficoltà (tutto è
provvidenza), tutto va bene nella gioia delle feste pasquali. A voi tutti
auguro la pienezza di questa gioia.
…facendo compagnia al mio
piccolo altare spoglio: altare di parasceve, di Sabato Santo, perché la Provvidenza non ha
risparmiato la piccola cappella e giustamente…affinché la Pasqua di domani sia più
bella.
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