4° PERIODO:
VITA EREMITICA
( 1961 - 1978 )
Nel
1961 l’Abbate di Tre Fontane riceve una lettera dall’abate del Monastero
di Latroun, del Patriarcato di Gerusalemme : è una richiesta di monaci,
disponibili per una fondazione in Libano: Padre Romane vide subito in quella richiesta
un segno della Provvidenza per realizzare la sua vocazione monacale ed
eremitica nella Terra Santa e in Libano.
Il
5 agosto 1961 parte da Roma per Napoli, l’8 agosto 1961 parte da Napoli e
lascia l’Italia diretto a Latroun in Terra Santa.
Nel
1963 riceve l’indulto per poter celebrare la Messa in Rito Maronita.
Il
22 giugno 1963 è inviato in Libano, per studiare e perfezionarsi meglio
nella lingua araba, nella lingua siriaca e nella Liturgia Maronita.
padre romano celebra la S.Messa
A
settembre ritorna Latroun e il 9 dicembre ritorna in Italia, chiamato dal suo
Superiore, nel monastero di Roma. Ripete varie esperienze di vita eremitica in
Italia e in Francia.
Il
29 ottobre 1963 ottiene dalla Congregazione dei Religiosi della Santa
Sede il permesso di esclaustrazione per dedicarsi alla sua vocazione eremitica:
permesso di tre anni. Riparte per il Libano e in novembre viene accolto dal
Vescovo Cattolico di Baalbek, Mons, Ioseph Maalouf.
Nel
dicembre 1964 vive in una abitazione provvisoria a Jabbouleh.
Nel
1965 compie un ampio pellegrinaggio nella Terra Santa e poi ritorna - in
luglio - nel suo eremo di Jabbouleh:
padre Romano con suor Rita
Dal
1965 al 1967 ritorna in Italia altre quattro volte, sempre chiamato dai
Superiori. Vi rimane per brevi periodi.
Il
28 luglio 1967 ottiene dalla Santa Sede il permesso di esclaustrazione
perpetuo, ad nutum Sanctae Sedis .
Potrà
definitivamente dedicarsi alla vita eremitica di preghiera, di contemplazione,
di vita in Dio nello Spirito, di sacrificio e di offerta per tutta l’umanità.
Il
Padre Abate don Domenico Turco, che lo aveva accolto a Roma nel suo primo
ingresso alla Trappa, scrive di lui "Penso che la sua vita di preghiera e
di penitenza, più di ogni altra cosa, saranno di giovamento a molti, e il suo
esempio sarà un richiamo in questo tempo di tanto edonismo. Penso che egli
possa trovare ampia libertà di seguire la via dura e aspra per la quale pare
che il Signore lo voglia attirare a sé.”
Dal 1967 al 1978 vive
intensamente la sua vita eremitica prevalentemente in Libano, a Baalbek,
nella Valle Bekaa, nel suo eremo di Jabbouleh.
esterno dell'eremo di padre Romano
altare nell'eremo di padre Romano
All’inizio
del mese di febbraio 1978 viene ricoverato, contro la sua volontà, prima
all’ospedale di Baalbek poi all’Hotel Dieu di Beyrout.
Muore
il 19 febbraio 1978, dopo 32 anni di sacerdozio, 18 anni di vita cenobitica e
14 di vita eremitica , a 56 anni e un mese e mezzo della sua vita.
Degli
ultimi momenti della sua vita scrive un suo confratello, padre Havenith:
“Soffriva il martirio. Mi ha fatto pensare a Cristo crocifisso, offerto nudo e
sofferente agli sguardi di tutti. Finalmente è morto solo, nella sala delle
cure dette intensive, dove nessuno può entrare . La sua morte è stata veramente
la morte di un crocefisso.”
Aveva
desiderato finire i suoi giorni nella nudità della sua baracca, dopo aver celebrato
e ricevuto l’Eucaristia, lasciando ai fratelli di avvolgerlo in un telo ( al
modo monastico) che si era procurato e deporlo nella fossa che si era scavato
da tempo : come un chicco di grano posto sulla nuda terra.
Dio
disponeva diversamente perché il suo spogliamento fosse più completo, la sua
nudità più totale.
Si
è scritto, si scriverà ancora molto di questo uomo di Dio che ha desiderato
nascondersi in Dio per vivere intensamente la sua vita alla luce e al calore dello
Spirito che dà vita, per offrirsi al Padre come Cristo per il bene di tutti.
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