mercoledì 8 gennaio 2014

Hanno scritto su padre Romano - 8





Da “ L’amico del popolo “ del 2 gennaio 2014.



SAN DONATO DI LAMON :

La Santa Messa con il Vescovo
domenica 29 dicembre 2013.


Tra gli emigranti
un Venerabile


Padre Romano Donato Bottegal
era nato a San Donato il 28 dicembre 1921



Lo striscione che dà il benvenuto all'ingresso del paese,
la foto di padre Romano che campeggia sulla parete
della chiesa parrocchiale, il rinfresco dopo la Messa:
la piccolissima parrocchia di San Donato di Lamon
ha dato il meglio di sé domenica scorsa per accogliere il
Vescovo che ha celebrato, in una chiesa piccola ma gremita,
la Santa Messa con il Te Deum per padre Romano Bottegal,
dichiarato venerabile dal Papa lo scorso 9 dicembre 2013.
«Nel1946, quando don Romano Bottegal, appena ordinato
sacerdote, celebrò qui la prima Messa,
San Donato aveva 900 abitanti.
Come molti altri, padre Romano, che aveva qui radici robuste,
mise le ali per andarsene: ma ali straordinarie,
che lo portarono a Roma e in Terrasanta;
infine, come eremita in Libano» ha detto monsignor Andrich.
Ha ricordato i rapporti con altre figure bellunesi in odore di
santità, cioè il Servo di Dio Albino Luciani e monsignor
Antonio Slongo, oltre al beato Luigi Novarese, la cui santità
è già stata riconosciuta.
Alla attenzione dei presenti, cogliendo suggestioni presenti
nella vita di padre Romano, il Vescovo ha affidato la preghiera
per le vocazioni, per i paesi montagna afflitti dallo spopolamento,
per la solidarietà con il Medio Oriente cristiano.





Le radici a S. Donato
di una santità orientale.


Padre Romano BottegaI è nato a San Donato di
Lamon il 28 dicembre 1921; fu portato al fonte battesimale
tre giorni dopo, dove ricevette i nomi del padre, Romano,
e del nonno, Donato.        
Fu battezzato da don Giulio Strappazzon.
Sacerdote, monaco cistercense ed eremita in Terrasanta,
padre Romano fu contemplativo per carattere e vocazione,
tanto che i suoi biografi non dicono che fu “ uomo di preghiera “,
ma che “ si fece preghiera “.        
Povero, non meno di Francesco d'Assisi e dei grandi asceti,
mortificato, distaccato, giunse ad uno spogliamento tale
da essere paragonato al Cristo «crocefisso,
offerto nudo sofferente e solo»,
per la salvezza del mondo.
Definì la contemplazione come «vita in Dio nella gioia
e nella sofferenza indicibile».
Morì all' ospedale il 19 febbraio 1978.
La pietà e la stima dei Libanesi per il loro eremita
portò clero e popolo a deporre le sue spoglie mortali
nella Cattedrale di Baalbeck, diocesi in cui si visita tuttora
l'eremo in cui il padre visse negli ultimi anni della
sua vita: è a Jabbouleh, nel nord della valle della Beqaa.








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