domenica 5 gennaio 2014

Hanno scritto su padre Romano - 7






Da: “ L’amico del popolo “ del 2 gennaio 2014.

Suor Maria Cecilia Zaffi: Un gigante con il cuore di fanciullo.


Con tutta la Chiesa e con tutti i monaci in particolare, anche noi, monache di santa Maria nel Silenzio ( Montelovesco - Pg ), abbiamo ricevuto con gioia immensa la notizia che padre Romano BottegaI è divenuto «Venerabile» il 9 dicembre 2013, quando Papa Francesco ha autorizzato la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare il Decreto sulle «virtù eroiche» del Servo di Dio.

Difatti questa tappa significa che la vita di padre Romano è stata quella di una persona esemplare cristianamente parlando, che il suo modo di praticare il Vangelo è stato non solo autentico ma eroico, in quanto ha espresso una forza soprannaturale che veniva da Dio e dalla sua grazia.
Se ci accostiamo alla vita di fede, all'esperienza personale e spirituale del Nostro monaco, riflessa nei suoi Scritti e soprattutto nelle Note, ci troviamo dinanzi ad un gigante con cuore di fanciullo: eccezionale e difficilmente imitabile nella rinuncia e nel distacco, però piccolo, umilissimo, sempre colmo di fiducia e di delicatezza, e con un grande amore per la Chiesa, che è la sua esistenza (cfr. Note).
Per lui, «l'unione con Dio e con i fratelli" - si potrebbe dire l'essenza comunionale della Chiesa - è la «prima ed ultima intenzione divina», l'«ideale» che Dio prepara attuando gli altri misteri (Creazione, Rivelazione, Redenzione) e soprattutto nell'elezione del popolo ebreo e di Gerusalemme, riassunta in quella di Maria. 
E nella Serva del Signore, nella quale si personalizza il vero Israele, è nel suo amore che accoglie tutto l'Amore divino, che padre Romano vede l'inizio e la concretezza personale della Chiesa, un inizio che rimanda in avanti e produce la definitività del tutto: «ut omnes simus consummati in Amore Matris» (Note; cfr. LG 62: «fino al perpetuo coronamento di tutti gli eletti»).
Proprio nel suo rilievo della consummatio (sia qui che altrove), del nostro essere resi perfetti da Dio, dal suo dono di Sé, della salvezza, ciò per cui l'eremita prega e si offre, egli sembra ricordarci che il compimento dell'uomo è nella comunione con Dio e con gli altri, tant'è che ci si personifica, si dà consistenza alla propria realtà personale, nel rapporto
con Lui, nella fede e nella preghiera, amando (cfr. Note; ricordiamo le parole di san Paolo: «se non avessi la carità, non sono nulla» [cfr. 1 Cor 13,2]).
Ebbene, riconoscere padre Romano come Venerabile vuol dire un invito a scoprire la sua identità comunionale e la sua spiritualità profonda, mistica. 
Inoltre segna un passo avanti nel percorso verso la beatificazione che richiede anche l'accertamento di un miracolo operato da Dio per intercessione dell'eremita lamonese.

Maria Cecilia Zaffi


Eremo di Montelovesco ( PG )


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 Di Maria Cecilia Zaffi vedi anche:

L’eremita missionarioRomano Bottegal – dalla trappa di Roma alle pietre del Libano, diMaria Cecilia Zaffi, ed. San Paolo 2004, pp341.










 

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