Da: “ L’amico del popolo “
del 2 gennaio 2014.
Suor
Maria Cecilia Zaffi: Un gigante con il cuore di fanciullo.
Con tutta la Chiesa e con
tutti i monaci in particolare, anche noi, monache di santa Maria nel Silenzio
( Montelovesco - Pg ), abbiamo ricevuto con gioia immensa la notizia che padre
Romano BottegaI è divenuto «Venerabile» il 9 dicembre 2013, quando Papa Francesco ha
autorizzato la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare il Decreto
sulle «virtù eroiche» del Servo di Dio.
Difatti questa tappa
significa che la vita di padre Romano è stata quella di una persona esemplare
cristianamente parlando, che il suo modo di praticare il Vangelo è stato non
solo autentico ma eroico, in quanto ha espresso una forza soprannaturale che
veniva da Dio e dalla sua grazia.
Se ci accostiamo alla vita
di fede, all'esperienza personale e spirituale del Nostro monaco, riflessa nei
suoi Scritti e soprattutto nelle Note, ci troviamo dinanzi ad un gigante con
cuore di fanciullo: eccezionale e difficilmente imitabile nella rinuncia e nel
distacco, però piccolo, umilissimo, sempre colmo di fiducia e di delicatezza, e
con un grande amore per la Chiesa, che è la sua esistenza (cfr. Note).
Per lui, «l'unione con Dio e
con i fratelli" - si potrebbe dire l'essenza comunionale della Chiesa - è
la «prima ed ultima intenzione divina», l'«ideale» che Dio prepara attuando gli
altri misteri (Creazione, Rivelazione, Redenzione) e soprattutto nell'elezione
del popolo ebreo e di Gerusalemme, riassunta in quella di Maria.
E nella
Serva del Signore, nella quale si personalizza il vero Israele, è nel suo amore
che accoglie tutto l'Amore divino, che padre Romano vede l'inizio e la
concretezza personale della Chiesa, un inizio che rimanda in avanti e produce
la definitività del tutto: «ut omnes simus consummati in Amore Matris» (Note;
cfr. LG 62: «fino al perpetuo coronamento di tutti gli eletti»).
Proprio nel suo rilievo
della consummatio (sia qui che altrove), del nostro essere resi perfetti da Dio,
dal suo dono di Sé, della salvezza, ciò per cui l'eremita prega e si offre,
egli sembra ricordarci che il compimento dell'uomo è nella comunione con Dio e
con gli altri, tant'è che ci si personifica, si dà consistenza alla propria
realtà personale, nel rapporto
con Lui, nella fede e nella preghiera, amando (cfr. Note; ricordiamo le parole di san Paolo: «se non avessi la carità, non sono nulla» [cfr. 1 Cor 13,2]).
con Lui, nella fede e nella preghiera, amando (cfr. Note; ricordiamo le parole di san Paolo: «se non avessi la carità, non sono nulla» [cfr. 1 Cor 13,2]).
Ebbene, riconoscere padre
Romano come Venerabile vuol dire un invito a scoprire la sua identità comunionale
e la sua spiritualità profonda, mistica.
Inoltre segna un passo avanti nel
percorso verso la beatificazione che richiede anche l'accertamento di un
miracolo operato da Dio per intercessione dell'eremita lamonese.
Maria Cecilia Zaffi
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Di Maria Cecilia Zaffi vedi anche:
L’eremita
missionario – Romano Bottegal – dalla trappa di Roma alle
pietre del Libano, diMaria Cecilia Zaffi,
ed. San Paolo 2004, pp341.
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